Ospedale Cotugno – Vi raccontiamo questa realtà

In queste settimane si è parlato poco di un ospedale del meridione, Cotugno, dove ci sono stati degli ottimi risultati sul Covid-19.

Intervistiamo l’ostetrica Annalaura  per saperne di più.

Ciao Annie, in queste settimane abbiamo notato tutti la differenza di contagiati e morti tra Sud e Nord.

Purtroppo, come sappiamo, il personale sanitario del Nord, soprattutto della Lombardia, non è stato messo in condizioni di poter operare come avrebbe potuto e voluto. Il personale sanitario della Lombardia sta operando in condizioni estreme e merita solo elogi, lo voglio specificare.

Al Sud, soprattutto all’ospedale Cotugno, le cose vanno meglio per il personale sanitario.

Ciao Silvia! Mi fa molto piacere aiutarti a diffondere quelle che sono le notizie che riguardano la situazione generale in Sud e che circolano qui da me, in Campania, visto che, come mi dicevi, da voi in Lombardia giungono sporadicamente e spesso filtrate e modificate tanto da renderne falsata l’interpretazione. Ritengo prezioso il nostro mutuo scambio di informazioni, cosicché il quadro possa risultare più scevro possibile da suprematismi e campanilismi.

 

Sicuramente, ad oggi, la differenza di contagiati e deceduti tra Nord e Sud è ancora evidente, seppur vada specificato che il Sud si sta preparando ad una probabile crescita importante di contagi dovuta anche ai rientri dal Nord, e quindi qualsiasi tipo di stima va bene considerarla per quanto riguarda il presente, ma mantenere un atteggiamento previdente può essere la salvezza per tante persone in futuro anche qui al Sud.

Il personale sanitario al Nord sta facendo un lavoro meraviglioso, con uno spirito di sacrificio commovente, ricavando le migliori possibilità di cura dalle strutture che già normalmente rappresentano eccellenze italiane, ed in questo caso si confermano anche molto di più. Questo è proprio uno dei motivi per cui al Sud si teme il dover affrontare una situazione anche lontanamente simile a quella del Nord, a causa delle strutture assai numericamente inferiori e molto meno attrezzate (ecco che si fa chiara l’essenzialità del “gioco d’anticipo”).

Quali sono condizioni con cui si lavora? Ho letto della catena “sporco” e “pulito” mi piacerebbe saperne di più.

Da pochi giorni, grazie ad un servizio di Stuart Ramsay dello Sky TG24 d’oltremanica (ed è triste che sia un TG straniero a comunicarlo al mondo), si sta diffondendo la notizia che l’ospedale Cotugno di Napoli (centro altamente specializzato in malattie infettive prima, ora dedicato principalmente a pazienti Covid-19) è riuscito a raggiungere un obiettivo che in nessun’altra struttura al momento si è raggiunto: quota 0 contagi tra il personale sanitario. In tale servizio, che invito a vedere, si nota innanzitutto l’efficace dotazione di dispositivi di protezione individuale, quali maschere ad alta tecnologia e tute idrofobe.

Ci sono stati problemi per avere il materiale sanitario? Tipo le mascherine o altro?

 Per rispondere alla tua domanda riguardo le problematiche per ottenere il materiale sanitario, ti dico che sì, ci sono stati gravissimi problemi in regione, tra gli ormai noti sequestri di mascherine e ritardi burocratici vari alcune strutture ad oggi sono totalmente sprovviste di tute protettive e mascherine chirurgiche (figurarsi poi le FFP2 o FFP3), ma il grande merito del Cotugno è stata proprio la previdenza: mentre al Nord scoppiava la pandemia e si iniziava a considerare il suo passaggio verso il Sud, il Cotugno, che ricordo essere già da prima tra le strutture più avanzate del territorio, si preparava e si dotava, non senza difficoltà e lotte, dei dispositivi più adeguati all’emergenza che si stava palesando.  Ma ovviamente non basta solo questo per ottenere risultati così sorprendenti in questo momento storico , serve anche un protocollo preciso da rispettare in ogni sua parte senza permettersi mai di sbagliare, come quello degli ambienti “sporchi” e “puliti” riadattato dal Cotugno. Non si tratta d’altro che dello stesso protocollo adottato già da tutto il mondo nelle camere operatorie, nei reparti di dialisi ed ovunque sia necessario limitare al minimo il passaggio di virus, batteri, microrganismi. La base fondante è dividere i percorsi degli operatori che entrano in contatto con i pazienti infetti e sono totalmente ed adeguatamente attrezzati a passare il loro turno nelle stanze dedicate, e quelli degli operatori che li supporteranno dall’esterno senza entrare a loro volta negli ambienti Covid-19. Ancora una volta, tutta questa organizzazione sarebbe vana se ad applicarla non ci fossero degli operatori preparati, altamente formati, attenti e scrupolosi al massimo delle loro possibilità.

È evidente quindi come il Cotugno sia un esempio da guardare con ammirazione, rispetto e spirito di emulazione non solo dalle strutture del meridione, ma da tutta la nazione. Dopotutto, oltre i confini italiani lo stanno già facendo.

Si parla di una cura scoperta all’ospedale Cotugno. Cura ancora sperimentale ovvio. Ce ne puoi parlare?

Riguardo a questa cura sperimentale di cui si parla tanto. Ovviamente io, non essendo impegnata in prima persona nel protocollo e nella sperimentazione ti riporterò molto brevemente quanto qui si è detto.

La cura è stata sperimentata dal team del prof. Paolo Ascierto, direttore dell’unità melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’ Istituto tumori Irccs “Fondazione Pascale” di Napoli, in stretta collaborazione con i medici Cinesi. Dopo i primi risultati promettenti, ha ottenuto dall’Aifa l’autorizzazione per procedere a stilare un protocollo di utilizzo del farmaco antiartritico Tocilizumab. L’intuizione di Ascierto è stata proprio la combinazione di questo farmaco con altri farmaci, tra cui antibiotici, a seconda della gravità e delle differenze caso per caso. Ovviamente la cura è sintomatica, non elimina il virus dall’organismo, ma nella maggioranza dei casi trattati proprio al Cotugno e nelle altre regioni che hanno aderito al protocollo Ascierto,  vi sono stati miglioramenti tali da evitare l’intubazione, da estubare pazienti ricoverati in terapia intensiva oppure, per alcuni, di poter passare dalla terapia intensiva a quella sub-intensiva. 

Sappiamo che stai lavorando per l’emergenza. Ci puoi qualcosa delle selezioni e il resto?

Per quanto riguarda me, in quanto ostetrica in questa emergenza vengo convocata ad integrare il personale già presente nei reparti di ostetricia e ginecologia, per poter garantire percorsi sicuri e differenziati per le pazienti Covid-19 in procinto di partorire, e non. La richiesta di ostetriche è meno massiva di quella degli infermieri e dei medici di prima linea, e qui al Sud  avviene tramite agenzie di reclutamento, avvisi pubblici e graduatorie già esistenti di concorsi svolti in altri periodi, e non quindi per assunzione diretta come si è sentito di moltissimi infermieri e medici, anche provenienti da altri paesi, soprattutto al Nord, dove per ora la quantità di personale disponibile può fare un’enorme differenza.

Chiudo invitando tutti a cercare notizie personalmente su siti affidabili, e a comparare quanto detto da vari siti e testate. Diffidate da programmucci tv il cui unico scopo è la denigrazione a comando. Queste notizie sono importantissime per tutta Italia e per il mondo, informiamoci bene, senza pregiudizi, Napoli non è solo quello che i media millantano.

Grazie Annalaura

Ospedale Cotugno

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Silvia Azzaroli

Sono una Scrittrice perché quando scrivo mi sento viva e posso visitare nuovi mondi e nuove terre;

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"Siamo universi dentro altri universi." (Ho Sognato Babilonia)

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